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venerdì 18 luglio 2014

CRISI ALITALIA, INGRESSO ETIHAD, ESUBERI. DOPO ESSERCI STRACCIATE TUTTE LE VESTI, VEDIAMO SE PUO' ESSERE UNA BUONA OCCASIONE

Nel prendere atto dell'esito della trattativa Sindacati-Governo-Alitalia-Etihad, ci sembra necessario esplicitare il nostro punto di vista.Si tratta di scelte dolorosissime ma ora che il disastro è conclamato, occorre sforzarsi di pensare a come se ne esce, alle prospettive.Cominciamo dai punti fermi. Alitalia è tecnicamente fallita dal 2008. Il fatto che il settore non sia in crisi ma in espansione aggrava il giudizio negativo sul passato, sui Capitani coraggiosi e sulla CAI. Più che di una privatizzazione, dati i connotati statalisti e clientelari della grande imprenditoria italiana, sarebbe più corretto parlare di una nazionalizzazione strisciante condotta da sostanziali burocrati mascherati da grandi imprenditori (solo sulla carta).Se una nazionalizzazione mascherata non ha risolto nulla ma solo aggravato, figuriamoci cosa avverrebbe con una nazionalizzazione vera con uno Stato che in Italia è ben diverso (e meno credibile) da quello di paesi vicini più seri del nostro. Quindi torniamo alla necessità di un processo di entrata in scena di privati veri . Costoro esistono ma solo all'estero. E non a caso il salvataggio vede protagonisti gli Arabi.E' tutt'altro che una svendita ma un vero e proprio colpo di fortuna che le strutture aeroportuali italiane siano così interessanti e importanti in quelle strategie. In caso contrario l'Italia (e l'Alitalia) non avrebbe avuto scampo. Quindi il fallimento c'è e la crisi è verissima, con la precisazione che è crisi dell'imprenditoria italiana in questo come in altri settori.Come se ne esce? Non certo, come propone la CGIL, con un massiccio ricorso alla Cassa Integrazione. La vicenda degli esuberi Alitalia del 2008 dimostra come non serva a nulla non recidere il cordone ombelicale tra la vecchia azienda e lavoratori che mai e poi mai potranno ritornare a lavorarvi.Si rimanda solo il problema e, facendo trascorrere inutilmente anni, si compromette la possibilità di ricollocazione di quei lavoratori. Anche i sindacati antagonisti sono incapaci di uscire da una prospettiva assistenzialistica. Ma che razza di proposta è quella di non rinnovare il contratto perchè è meglio destinare le risorse in più a chi perde il lavoro piuttosto che aumentare lo stipendio a chi continua a lavorare? E' offensivo considerare i lavoratori degli accattoni senza speranza che debbano razionarsi i viveri. Così si alimenta solo la disperazione, quando dovrebbe porsi l'accento su quelle che potrebbero essere le possibilità di reimpiego nel caso in cui si ponessero gli Arabi nelle migliori condizioni per realizzare i loro progetti in Italia, che, secondo tutti gli analisti, reinserirebbero il nostro Paese nella serie A mondiale del traffico aereo.Ecco forse perchè gli Arabi non ne vogliono sapere di avere a che fare con questi sindacati: perchè sono sindacati mummificati che non sanno concepire il lavoratore in difficoltà che come uno zombie.E' molto intreressante la sperimentazione del contratto di ricollocazione perchè potrebbe essere, se accompagnata da un sistema di sostegno al reddito un pò più robusto dell'attuale nel passaggio da un lavoro all'altro, una soluzione anche per altre crisi. Certo non è così semplice. Occorrerà vigilare (e a questo dovrebbero servire i sindacati) sulla corretta applicazione degli accordi.Riguardo ai contratti di solidarietà, per esempio, è importante che si sappia che, data la pesante decurtazione della retribuzione che comportano, gli stessi non sono a lungo sostenibili. E' una sciocchezza chiedere, come fa la CGIL, l'impegno di Etihad a mettere nero su bianco quali aziende private assorbiranno una parte degli esuberi e quale numero di lavoratori ognuna assumerà. Non viene chiesto in nessuna parte del mondo. Va invece incalzato il soggetto pubblico perchè questa parte dell'accordo venga seguita con attenzione nel tempo. E' una occasione importante per capire se questa Amministrazione del Lavoro abbia ancora un ruolo nelle politiche attive del lavoro o se invece, come pensano in molti, sia ora che chiuda affidando queste attività a soggetti privati più motivati e meno dispendiosi (e dannosi).Contrariamente a quel che si pensa comunemente in Italia il lavoro c'è, nuovi contratti comunque in tanti settori si stipulano. Il problema è che non funzionano i processi di aggiornamento, riconversione e riqualificazione della manodopera e che i giovani vengono male indirizzati e condizionati culturalmente, col risultato che la domanda intercetta con difficoltà l'offerta di lavoro.E proprio i sindacati sono i principali responsabili, per loro arretratezza, del lavaggio del cervello ai danni di milioni di lavoratori, anche loro associati. E poi la riforma del lavoro.Il Jobs Act slitta a settembre.Non sarebbe ora che il Governo, oltre che fare l'infermiere nelle trattative, cogliesse l'occasione per dialogare con un soggetto che vuole e sta per investire in Italia per farsi spiegare concretamente quali tipi di contratti di lavoro sarebbero più incentivanti per una espansione occupazionale?Chissà che non ne esca fuori qualcosa di più entusiasmante di quanto appena avvenuto per il contratto a tempo determinato, per il quale le cure in laboratorio del governo sono servite a poco o nulla?

sabato 12 luglio 2014

COOPERATIVE: LE DIECI DOMANDE DELL'AGL AL GOVERNO-RENZI

DAL SITO DEL QUOTIDIANO “IL GIORNO”


Pagamenti in nero a oltre mille dipendenti, scatta la maxi inchiesta della Finanza

Quattro indagati. Dipendenti che neppure sapevano di essere soci della coperativa per cui lavoravano. Secondo le accuse sarebbero stati pagati stipendi in nero per 4,5 milioni di euro IL VIDEO DELL'OPERAZIONE
di Fabrizio Lucidi
Lodi, 12 luglio 2014 - Bufera su una importante ditta di logistica della Bassa Lodigiana. Nel mirino, due delle cooperative che lavorano all'interno dello stabilimento, a Somaglia. L'inchiesta della Guardia di Finanza è nata nel 2013, dopo una raffica di scioperi degli operai licenziati dopo la sostituzione di cooperative all'interno del polo logistico. Al tempo, alcune sigle sindacali avevano denunciato irregolarità subite da alcuni lavoratori. 
Così, le fiamme gialle hanno voluto vederci chiaro creando una task force investigativa composta da militari del Nucleo di Polizia tributaria e della Compagnia di Lodi, supportata da elementi scelti del Comando provinciale. Quindi, sono scattati pedinamenti e l'audizione riservata di decine di dipendenti delle cooperative; in parallelo, sono state disposte indagini bancarie e i militari sono entrati in forze, più volte, nello stabilimento sia per sequestrare i documenti sia per testare la validità delle risultanze investigative. 
Risultato? Le fiamme gialle hanno scoperto “che molti lavoratori non sapevano di essere formalmente soci della cooperativa che li pagava - fa sapere il Comando - Anomalie che potrebbero configurare gravi ipotesi di reato a carico dei responsabili anche occulti delle apparenti cooperative: emissione di documenti falsi, truffa aggravata ai danni dello Stato”. Tutti fatti segnalati alla Procura. Documenti falsi, perché le cooperative avrebbero emesso a favore dei “dipendenti” buste paga riportanti trasferte in realtà mai avvenute. Tutto – secondo l'accusa – per evitare di pagare le tasse. Chi, fra i lavoratori, si rifiutava si sottostare a queste decisioni sarebbe stato messo all'indice con l'assegnazione dei lavori più pesanti e l'impossibilità di fare ore di straordinario per incrementare lo stipendio. 
Un sistema che – secondo le Fiamme Gialle – avrebbe goduto di impensabili connivenze da parte di alcuni sindacalisti. I formali rappresentanti delle due cooperative (entrambi indagati) avrebbero inoltre ottenuto l'ammissione alla cassa integrazione in deroga per decine di migliaia di ore di lavoro facendo figurare difficoltà economiche che in realtà non c'erano. Perché con quegli stessi soldi pubblici incassati, gli imprenditori avrebbero pagato il lavoro svolto dai dipendenti. Secondo i calcoli della Guardia di Finanza, in questo caso fra il 2010 e il 2013 le aziende avrebbero pagato 4,5 milioni di euro in stipendi in nero, proprio per non far risultare che in realtà le commesse e i carichi di lavoro si erano mantenuti stabili. In altre parole, le coop erano tutt'altro che in crisi,. Eppure, con artifizi contabili e manovre spregiudicate, avrebbero incassato i soldi pubblici della cassa integrazione. Una delle due cooperative aveva perfino ottenuto l'accesso a un finanziamento da 180mila euro da parte della Regione Lombardia per un progetto a beneficio del benessere dei dipendenti, senza però averne i requisiti. Ora sono in corso gli approfondimenti da parte della Procura di Lodi, che ha già iscritto sul registro degli indagati quattro persone.  """""""""


LE DIECI DOMANDE DELL'AGL AL GOVERNO-RENZI


  1. PERCHE' SOLO GDF E CARABINIERI SONO CAPACI DI CONTRASTARE IN ITALIA LE FALSE COOPERATIVE? E Il MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO? E LE REGIONI? E I SERVIZI ISPETTIVI DEL LAVORO?COSA FANNO DA ANNI?
  2. LE COOPERATIVE PAGANO OGNI DUE ANNI ALL'ERARIO O ALLE CENTRALI COOPERATIVE UN ONEROSO “CONTRIBUTO BIENNALE DI REVISIONE”. IN CAMBIO, DOVREBBERO ESSERE VISITATE PERIODICAMENTE DA UN ISPETTORE VERO.LO STATO REVISIONA SOLO IN MINIMA PARTE LE SUE COOPERATIVE, LE CENTRALI CONTROLLANO “AMICHEVOLMENTE” LE LORO. SE QUESTI SONO I RISULTATI, CI DOMANDIAMO: DOVE SONO FINITI I SOLDI PAGATI DALLE COOPERATIVE E OGGI NON E' MEGLIO CHE QUESTI SOLDI RIMANGANO ALLE COOPERATIVE?
  3. COME E' POSSIBILE CHE, RELATIVAMENTE ALLE REVISIONI DELLE CENTRALI COOPERATIVE (SOGGETTI PRIVATI) I CONTROLLORI (LE ASSOCIAZIONI COOPERATIVE) COINCIDANO CON I CONTROLLATI (LE COOPERATIVE ASSOCIATE)?
  4. NEL MONDO COOPERATIVO SONO ATTIVI SINDACATI GIALLI, I CUI CAPI CONTATTANO I PRESIDENTI, VENDONO LORO PACCHETTI DI TESSERE DEL LORO SINDACATO, TESSERE CHE SONO PAGATE DAI DATORI DI LAVORO E ATTRIBUITE AI LAVORATORI STESSI SPESSO A LORO INSAPUTA, ALLO SCOPO DI POTER APPLICARE CONTRATTI PIRATA ED ESTROMETTERE I SINDACATI VERI DALLE TRATTATIVE E RAPPRESENTANZE AZIENDALI. LO STATUTO DEI LAVORATORI VIETA CIO' . PERCHE' I SOGGETTI PREPOSTI NON SANZIONANO TALI COMPORTAMENTI?
  5. E' COSI' DIFFICILE ACCERTARE GLI INTRECCI DI INTERESSI TRA DIRIGENTI E FUNZIONARI PUBBLICI INFEDELI E  COOPERATIVE? BASTEREBBE INCENTIVARE E PREMIARE LE DENUNCE, FONDATE, CHE PROVENISSERO DALL'INTERNO DEGLI UFFICI STESSI, NEI QUALI TUTTI SANNO TUTTO DI OGNUNO
  6. SI STA RIFORMANDO DA ANNI IL DIRITTO DEL LAVORO.E' COSI' COMPLICATO RIVEDERE L'ISTITUTO DELLA TRASFERTA IN MANIERA CHE NE CESSI IL GENERALIZZATO UTILIZZO FRAUDOLENTO CHE TUTTI CONOSCIAMO DA ANNI?
  7. LE PERSONE FISICHE CHE CREANO E SVILUPPANO LE COOPERATIVE SPURIE SONO SPESSO LE MEDESIME DA ANNI, OPERATIVE DAGLI ANNI OTTANTA. PERCHE' NON ISTITUIRE UN “DASPO” PER CHI SI SIA RESO RESPONSABILE DI TALI COMPORTAMENTI NEL MONDO COOPERATIVO?
  8. SE RUBO UNA MELA AL SUPERMERCATO VIENE CHIAMATO IL 113 , VENGO PRESO E SBATTUTO IN GALERA. SE SONO UN DATORE DI LAVORO CHE CON ATTI VIOLENTI (FISICI O MORALI) ROVINO DEI LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE, LA GIUSTIZIA MI PERSEGUE DOPO MOLTO TEMPO E HO BUONE POSSIBILITA' DI FARLA FRANCA. MA INVECE DI AVERE UN ISPETTORATO DEL LAVORO COME L'ATTUALE NON SAREBBE MEGLIO AVERE IN ITALIA UNA POLIZIA DEL LAVORO VERAMENTE CAPACE DI UN PRONTO INTERVENTO?
  9. GLI INVESTITORI STRANIERI NON VENGONO IN ITALIA PERCHE' NON POSSONO FARE QUELLO CHE GLI PARE OPPURE PERCHE' IN ITALIA NON C'E' SERIETA' NEL MONDO DEL LAVORO E SICUREZZA IN REGOLE CHE SIANO APPLICABILI E APPLICATE?
  10. PERCHE' NON VENGONO IMMEDIATAMENTE CHIUSI QUEGLI ENTI BILATERALI CHE PRODUCONO E VENDONO FALSE CERTIFICAZIONI DI CONTRATTI DI APPALTO E DI CONTRATTI DI LAVORO? E' COSI' DIFFICILE INDIVIDUARLI (BASTA CHIEDERE IN GIRO)?